PROVERBIO CINESE

Mangiare è uno dei quattro piaceri della vita....quali siano gli altri tre, nessuno lo ha mai saputo [PROVERBIO CINESE]

mercoledì 22 giugno 2011

Dal CORRIERE DELLA SERA: Vino e letteratura, un connubio perfetto


Bere «La luna e i falò» e sorseggiare una «Chimera» rosata


Vino-letteratura: un metodo che potrebbe essere seguito con successo, almeno nei casi in cui non si può dare al vino il nome dell’uva

Da qualche settimana in Piemonte c’è un vino che prima non c’era: si chiama «La chimera» ed è un rosato prodotto nelle Prealpi novaresi, tra il lago Maggiore e il lago d’Orta, con uve nebbiolo trattate in modo da dargli una coloritura chiara, particolarmente gradevole. Non faccio il nome dell’azienda produttrice, anzi mi scuso per il conflitto di interessi che può essere ravvisato nella coincidenza tra il nome del vino e il titolo di un mio romanzo: ma mi sembra che l’accoppiamento vino-letteratura meriti di essere segnalato e incoraggiato. Già c’era, nel Piemonte occidentale, un vino «La luna e i falò»; ora c’è, nel Piemonte orientale, «La chimera», con la sua bella etichetta che rappresenta il Monte Rosa. E il metodo potrebbe essere seguito con successo, almeno nei casi in cui non si può dare al vino il nome dell’uva. Per restare in Piemonte: c’è un antico e nobile vitigno dal nome sognante, l’erbaluce, che viene coltivato nella fascia prealpina ma che soltanto nella zona di Ivrea può produrre vino Erbaluce. (Ci sarebbe di mezzo, pare, un «marchio registrato»). Un’azienda agricola che produce uva erbaluce ha chiamato il suo vino, per polemica, «Gemelli diversi»: ma sia il nome sia la polemica si capiscono poco. Sarebbe meglio chiamare quell’erbaluce Signorina Felicita, con riferimento a Gozzano e al Canavese: mettendo «la signorina Felicita ovvero la felicità» sull’etichetta. Vuoi vedere che così funziona?
Sebastiano Vassalli, Il corriere della sera del 6.06.2011

martedì 7 giugno 2011

IL BAROLO, RE DEI VINI E VINO DEI RE

"tu sei giovane..... e non sai che tre nasi sono quel che ci vuole per  bere il Barolo!"
-Cesare Pavese da Il Compagno (1947)-

Questa semplice frase, tratta dall'opera di Cesare Pavese "Il Compagno" del 1947, rende subito l'idea di cosa significhi bere un bicchiere di Barolo. Un vino le cui esatte origini non si conoscono; ma se oggi è il vino rosso italiano più pregiato e apprezzato al mondo, i meriti si devono alla nobile famiglia Falletti, Marchesi dell'omonino paesino in provincia di Cuneo, Barolo. Determinante fu l'aiuto apportato dalla Marchesa Giulia Colbert Falletti di Barolo, che creò le basi per produrre questo straordinario vino, passando da una produzione di vini dolci, ad una viticoltura dalla quale si riusciva ad ottenere un ottimo vino secco. In poco tempo, il perfezionamento della produzione, ha portato il Barolo ad essere uno dei vini più apprezzati in Europa.

Il Barolo nasce dalla fermentazione di uve Nebbiolo, nelle sue tre varietà  Michet, Lampia e Rosé. Un vitigno molto più antico del Barolo, coltivato già dal 1200. Il suo nome deriva da quella nebbiolina che si forma sulle bacche (acini) del grappolo.

Nella foto si vede bene il caratteristico colore di quest'uva, "coperto" dalla "nebbia" formatasi durante la maturazione.

Dal Vitigno nebbiolo,si ottengono anche altri tipologie di vini e tutti di grande qualità, con caratteristiche organolettiche uniche. Ricordiamo l'omonimo vino "Nebbiolo" e il "Barbaresco".

Qual è la variabile che trasforma l'uva nebbiolo in Barolo, piuttosto che in Barbaresco o Nebbiolo?
Prima di tutto il terreno. La zona delle Langhe piemontesi, unica zona di produzione di questi vini D.O.C.G., ha una storia geologica particolare, che ha donato al terreno caratteristiche differenti.
Passando da una collina all'altre delle Langhe, vi accorgerete che non ne esiste una uguale all'altra in tutta la zona. Questa fondamentale caratteristica del territorio, permette di produrre vini diversi in una zona relativamente limitata, con una qualità senza uguali in Italia.

La superficie vitata, oggi destinata alla produzione di Barolo è 1796,91 ettari (fonte regione Piemonte)

Un altro aspetto fondamentale che contraddistingue i diversi vini prodotti a partire dallo stesso vitigno è il tipo di fermentazione e il tempo che si lascia il vino all'interno delle botti in legno di Rovere.
Per il Barolo, il disciplinare di produzione prevede un periodo minimo di invecchiamento di almeno 38 mesi, di cui 18 all'interno delle botti in legno. Mentre per il Barolo Riserva sono necessari almeno 5 anni di invecchiamento di cui almeno 3 in botte.
Durante questo periodo il vino acquista la sua "personalità". Rubando i riflessi al mattone e la saggezza al legno nelle silenziose cantine, il Barolo prende il suo caratteristico colore rosso granato con riflessi aranciati.
è quì che il Barolo prende tutta la sua saggezza  e il suo valore, che esprime in quel suo profumo  intenso e persistente, particolarmente complesso e diverso in ogni zona di produzione. Al gusto regala un sapore pieno, asciutto e armonico.

Caratteristiche che fecero innamorare Re Carlo Alberto di Savoia e tutti i suoi discendenti, senza dimenticare il grande rispetto e apprezzamento che Camillo Benso Conte di Cavour, aveva per questo straordinario "nettare",tanto da definirlo lui per primo "IL RE DEI VINI".
Vi racconto brevemente come il Re conobbe il Barolo e come se ne innamorò.
Il merito và nuovamente alla Marchesa Giulia Falletti di Barolo che inviò, al Re Carlo Alberto, 300 carrà per fargli assaggiare quel suo nuovo vino. La storia vuole che quel dono sia stato da tutti notato, poichè trasportare 300 carrà (le carrà sono delle botti dell'epoca leggermente allungate,oggi non più prodotte, della capacità di 600 litri l'una), non fu cosa semplice trasportarle con i carri dell'epoca.
Al Re piacque così tanto il vino e il gesto che decise di comprare la tenuta di Verduno per produrre da sè quelo nuovo e buonissimo vino che in breve tempo riuscì a conquistare molti altri nobili Europei.

Oggi se si vuole degustare questa fantastico vino, nel suo ambiente naturale, circondati della colline e dei vigneti che lo hanno reso grande, potete recarvi nella zona della Bassa Langa che comprende i paesi di : Barolo, Castiglione Faletto, Serralunga d'Alba e parte dei territori dei comuni di La Morra, Monforte d'Alba, Roddi, Verduno, Cherasco, Diano d'Alba, Novello e Grinzane Cavour. Paesi destinati alla produzione di Barolo secondo il disciplinare di produzione

Di seguito vi riportiamo una serie di link potete consultare se siete interessati a delle degustazioni o magari ad un viaggio in Piemonte nella zona delle Laghe, o semplicemente se volete saperne di più su questo "Austero ed Elegante vino che presenta l'impronta dei terreni che lo crescono: marcando il vigore, la struttura e la longevità nei terreni elveziani, la finezza, i profumi e la morbidezza nei tortoniani "

Enoteca Regionale di Barolo. Castello Falletti - 12060 Barolo (Cn)
http://www.baroloworld.it/
Regione Piemonte

http://www.regione.piemonte.it/agri/ita/piemontedoc/vino/vini/barolo.htm

Una proposta di itinerario per conoscere meglio sia la zona delle Langhe con particolare riferimento al vino Barolo, ma senza trascurare gli altri prodotti di eccellenza delle colline Piemontesi.
http://www.torinopiupiemonte.com/enogastronomia/dettaglio_pacchetto.php?id=87